Fumo
S’era d’inverno. Madì piangeva la dipartita d’un altro fotografo.
S’era d’inverno. Madì piangeva la dipartita d’un altro fotografo.
Livio macera il tempo raccontandosi trame che sono collage di realtà e immaginazione. Ogni tanto registra frasi su nastro magnetico, unite da filamenti intrigati confinati a dimora nella sua testa: col risultato che, alla luce del sole, i discorsi sembrano senza un padre e una madre certi.
Alle pendici delle montagne c’è una valle stretta e profonda, Candianula. Il luogo è ombroso, per via del bosco e degli spiriti. La prima casa di pietra lungo il pendio che guarda il fiume non ha finestre, ed è bene. Le altre sono ruderi, non hanno più nemmeno il tetto.
“Dicono che quando nasci c’hai le branchie. Che sei un pesce paffutello, pronto a immetterti nel flusso. Che sfuggi a tutti i tentacoli e alle schegge, che esisti ma non ti si può toccare. Che l’impalpabilità è dalla tua. Che cazzo il traguardo l’hai già tagliato, sei un supereroe e il resto è in discesa”.