3mt X 3mt.
Davanti a me c’è un monitor e appena sotto in basso a sinistra un orologio analogico tondo e nero con numeri e lancette bianche comprato a 1 euro in un supermarket un giorno che non ricordo.
Sulla base del monitor c’è un sigaro ancora incartato nel cellophane e mangiato dalla polvere.
Nella parte alla destra del monitor ci sono due piccoli contenitori con al loro interno delle graffette di dimensioni diverse. Sempre dallo stesso lato c’è una sedia fatta da mollette per panni che mi ha regalato mia moglie con sopra un barattolo di amuchina e un Minion in oro che mi ha regalato mio figlio.
Ancora più a destra un porta penne, dei timbri e la Olivetti Logos 694. Una calcolatrice. E poi ancora dei fogli ritagliati per appunti. Spillatrice e levapunti poggiati sopra ai fogli per appunti.
Una cartolina dalla Thailandia. Un interfono mai utilizzato. Alla base della calcolatrice ci sono sempre 5 penne multicolore della Bic. 3 evidenziatori. Un post-it. Una gomma per cancellare e un porta mine. Una penna rossa.
Davanti a me e prima del monitor la tastiera del PC. Immediatamente a destra del monitor il mouse sul tappetino. Alla sinistra del monitor due pile di carte.
Sotto la tastiera dei fogli per promemoria.
La scrivania è in vetro. La poltrona in finta pelle e con le rotelle. Una cassettiera a tre cassetti della Olivetti.
Alle mie spalle un mobile contenitore. Anche alla mia destra e alla mia sinistra ci sono dei mobili/scaffali/armadi. Due cestini per la spazzatura. Due sedie vuote: una la utilizzo per le mie cose e l’altra per chi viene nella mia stanza a parlarmi.
La porta è in vetro. La fotocopiatrice, il telefono e il termoconvettore. Le mie cose che stanno sulla sedia di prima e che riporto a casa ogni giorno. Tutti i giorni. Mesi. Anni.
Tutto questo in tre metri per tre e senza finestre.
Il tempo.
Un’ora dura 60 minuti. 8 ore sono 480 minuti. Minuti che trascorro in questa stanza 5 giorni su 7. Per 4 settimane al mese. Sono 9600 minuti. Trascorsi in una stanza 3mtx3mt seduto davanti a un monitor e senza finestre.
La luce mi arriva dai neon piazzati sulla mia testa. Sono due. La ventola del condizionatore la sentirò fino a dicembre. I primi del mese.
Indosserò una polo a maniche corte e dei jeans fino a dicembre inoltrato. La frase che sentirò almeno una volta al giorno sarà “Ma non hai freddo?”. La sentirò fino a dicembre inoltrato.
Vedrò le nubi e poi la pioggia nel riflesso della porta in vetro di una finestra che dà all’esterno vicino alla mia stanza.
Nelle 8 ore trascorse qui dentro mangio all’incirca 4 volte. 2 spuntini. Uno alle 10:00 con frutta secca e fresca. Uno alle 16:30 con frutta fresca e yogurt. Mangio a pranzo intorno alle 13:30 /14:00 tutti i giorni della settimana. Tutti i mesi.
Bevo circa 2 litri di acqua al giorno. 10 litri alla settimana. 40 litri al mese. In media bevo 3 caffè al giorno. Anche se questo numero non è attendibile. Molte volte un singolo caffè viene diviso in 3 e a volte anche in 4 persone.
Non riesco a fornire il numero preciso delle telefonate che ricevo al telefono che ho alla mia destra. Però posso affermare con certezza che sulla tastiera del mio computer schiaccio gli stessi 9 tasti almeno una volta giorno. E sono il tasto A, D, E, L, R, T, N, O, 1, 9 e 2. Questi tasti combinati in un preciso ordine formano nome e password per accedere al mio computer.
Raramente dimentico di mettere il tappo all’evidenziatore. Si secca tutto il colore e mi dispiace buttarlo quando ancora si potrebbe usare un sacco di volte. Le penne che tengo sulla scrivania le ripongo ogni sera, prima di andare via, in un cassetto alle mie spalle. Lo faccio perché c’è l’elevato rischio di non ritrovarle più.
Durante la mattinata, più o meno dalle 9:00 alle 14:00, si sentono le voci dei colleghi nelle stanze vicine alla mia. Siamo tutti sullo stesso piano. Poi c’è un piano intermedio con altri colleghi. E ovviamente al piano terra c’è la reception. Due rampe di scale e un ascensore che prendo almeno una volta al giorno. 5 volte la settimana. 20 volte al mese. Minimo.
I tasti che schiaccio più volte sulla calcolatrice sono il tasto C/CE e il tasto scorrimento in avanti della carta ↑. La carta la butto nel cestino alla mia destra sotto il mobile. Tutti gli altri rifiuti li butto nel cestino di sinistra sempre sotto lo stesso mobile alla mia destra.
Quando mangio lo yogurt il pomeriggio, il cestino di sinistra lo tiro fuori e mangio in perpendicolare al cestino stesso. Lo tiro fuori anche per collegare il caricatore del cellulare perché dietro c’è una ciabatta multi presa attaccata al muro.
Quando pranzo, libero la scrivania e mangio lì. Di solito in 3 minuti circa. Bevo una bottiglia da mezzo litro di acqua liscia e calda. Finito di pranzare pulisco col tovagliolo la scrivania e scendo al piano intermedio. Lì ci sono due distributori. Uno di caffè e simili. E l’altro di un po’ di cose tipo merendine, acqua, coca e snack. Prendo il caffè con due tacche di zucchero e scambio 2 chiacchiere con una collega.
Tutto questo lo ripeto tutti i giorni lavorativi della settimana. Per tutte le settimane di lavoro. Per tutti i mesi di lavoro. Per un intero anno di lavoro.
E per tutto questo tempo ho sempre di fronte a me una pianta sempre verde perché è finta. Accanto alla pianta c’è un estintore. Tutti e due sono sospesi sulla prima rampa di scale. La pianta finta sta in una fioriera con vera terra e vera argilla espansa. L’estintore viene spostato da li ogni volta che deve essere controllato e certificato.
Nella reception c’è una vasca non molto grande in cemento colma di acqua e due carpe koi anch’esse non molto grandi. Il mangime che gli si dà somiglia a coriandoli di tanti colori. Gli danno da mangiare una volta giorno. Per 5 giorni la settimana. 20 volte al mese circa.
Spazio e danaro.
Per venire a lavoro percorro al giorno circa 22 km all’andata e 22 km al ritorno. Cioè 44/45 km al giorno. E quindi 222,5 km la settimana. 890/900 km la mese. 10000/11000 km all’anno. Spendendo circa 100 euro al mese di GPL. Circa 25 euro la settimana. 1200 euro l’anno.
Esattamente 0.1090909090909 centesimi di euro a km per un intero anno.
La finestra di lato nel riflesso della porta.
La retorica la lascio a chi è pratico di tale sentimento. Io ci vedo una tenda bianca a fascia larga tipica degli uffici e in mezzo il verde di pini molto più anziani di me e il celeste del cielo che può diventare grigio e cambiare il colore dei pini.