Una questione di stile
1. Pietro “Sbrigate, me pare ‘nu si bemolle”. La voce roca di Enzo mi risveglia dallo stato catatonico in cui sono precipitato.
1. Pietro “Sbrigate, me pare ‘nu si bemolle”. La voce roca di Enzo mi risveglia dallo stato catatonico in cui sono precipitato.
Oggi è il mio ultimo giorno in dipartimento. Sto impacchettando le mie cose in due scatole di cartone. Oggi è il mio ultimo giorno in dipartimento perché dalla settimana prossima inizio a lavorare.
L’ascia si abbatteva sul ciocco con un rumore sordo, preceduta dal sibilo dell’aria spezzata dalla lama, molte volte. Tante quante Ares riteneva necessarie a produrre la legna per l’inverno.
Quella mattina si svegliò più tardi. Il sole formava piccoli rettangoli d’ombra sul muro. Dovevano essere già le otto e aveva mal di testa e una sensazione di fastidio all’orecchio destro, quello poggiato sul cuscino. Lo toccava e lo sentiva come un oggetto estraneo: era duro, liscio, del tutto privo di sensibilità.